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Una ricerca dell’Imperial College, pubblicata sul New England Journal , dimostra che il COVID è in grado di “resettare” il QI (quoziente intellettivo) di chi ha subito la malattia, facendo perdere dai 6 ai 9 punti a seconda della gravità e della durata dei sintomi.
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Presentato in Senato e a diversi meeting tecnologici, premiato a un concorso europeo di giovani scienziati e ora in fase sperimentale, il “Parkinson detector” diagnostica precocemente il morbo in base alle alterazioni di moto delle braccia. A inventarlo, uno studente di 17 anni, Tommaso Caligari, che si è ispirato al nonno.
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Sul fronte delle donazioni e dei trapianti di organi, tessuti e cellule, il 2023 è stato l’anno dei record: nell’arco dei 12 mesi, infatti, l’attività della Rete trapiantologica italiana ha ottenuto i migliori risultati mai realizzati nella storia del nostro Paese. I dati sono stati presentati dal Ministro della Salute Orazio Schillaci e dal direttore del Centro nazionale trapianti Massimo Cardillo in apertura degli Stati Generali della Rete Trapianti, che riuniscono a Roma fino a questa sera circa 400 operatori in arrivo da tutta Italia.
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Il dolore cronico interessa due italiani “over 18” su dieci, con costi sociali che sfiorano i 62 miliardi. A dirlo è il 1° Rapporto Censis-Grünenthal "Vivere senza dolore" presentato nelle scorse settimane, che attesta in 9,8 milioni gli italiani sofferenti di dolore cronico moderato o forte, pari al 19,7% dei connazionali maggiorenni. E se nei giovani (14,7%) la percentuale di malati risulta leggermente inferiore, quello del dolore cronico resta un problema a prevalenza femminile: riguarda infatti il 21,2% delle donne rispetto al 18,1% degli uomini.
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Un metodo matematico basato sull’interconnessione dei sintomi come strumento efficace per prevedere la probabilità di guarigione del singolo paziente dalla depressione maggiore, in grado di essere utilizzato per mettere a punto cure mirate: è il risultato – importante - di uno studio del Centro di Riferimento per le Scienze comportamentali e la Salute mentale dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) pubblicato nei giorni scorsi dalla rivista Nature Mental Health.
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L’OCSE lo dice senza mezzi termini: o si cambia passo – e lo si fa attraverso “scelte politiche ambiziose e radicali” - oppure i sistemi sanitari dei Paesi membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico diventeranno economicamente insostenibili, con una spesa sanitaria in progressivo e incontrollato aumento fino a raggiungere la percentuale dell’11,8% del PIL (contro il 9% di oggi) tra poco più di tre lustri, ovvero nel 2040.