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Denominazione dell’alimento, elenco degli ingredienti, indicazione di sostanze o prodotti che possono provocare allergie o intolleranze, data di scadenza: queste alcune delle tante informazioni rintracciabili sulle etichette alimentari che per legge devono essere presenti sui prodotti alimentari in vendita nei negozi e nei supermercati. L'elenco completo delle indicazioni obbligatorie in ogni etichetta di prodotti alimentari è stabilito dall’articolo 9 del Regolamento Europeo: scopo dell'etichetta, infatti, è fornire un supporto fondamentale al consumatore finale aiutandolo a effettuare scelte consapevoli in fase d’acquisto.
Non tutti, però, leggono le etichette con attenzione: secondo i dati della 14ᵃ edizione dell’Osservatorio Immagino GS1 Italy, infatti, poco più di quattro consumatori su 10 (il 42% del campione) consultano l’etichetta di tutti, o di quasi tutti, i prodotti che trovano sugli scaffali, mentre il 53% le guarda solo per alcune categorie di prodotti. Il 6% degli intervistati, invece, dichiara addirittura di non leggere mai le i9ndicazioni riportate in etichetta, o per una tradizionale frequentazione del prodotto e della marca (38%) o, in percentuale inferiore, per la fretta (20%), o ancora per mancanza di curiosità residua (il 16% pensa infatti di saperne abbastanza). Non bassissima nemmeno la percentuale di Italiani (il 12% dei 2mila intervistati) che ammette esplicitamente di faticare a comprendere le informazioni riportate. Tra i prodotti dei quali l’etichetta viene letta più di frequente compaiono i piatti pronti, i salumi e i formaggi confezionati, lo scatolame, e i prodotti freschi. In più, legge l’etichetta del prodotto anche il 60% degli acquirenti di passate o polpe di pomodoro e il 44% di quelli che comprano tè, caffè o tisane.
E se controllare la data di scadenza, verificare l’origine del prodotto e conoscere il contenuto di grassi e zuccheri sono tra i principali motivi alla base della lettura, anche la sostenibilità è in cima alle curiosità dell’acquirente, attento a verificare che il prodotto non contenga agenti inquinanti o che non sia stato testato sugli animali. In più il codice QR, diffuso soprattutto negli ultimi anni, viene apprezzato proprio per l’accesso rapido a una serie d’informazioni sul prodotto semplicemente inquadrando il codice stesso con lo smartphone: il 65% degli intervistati, infatti, dice di conoscere il suo utilizzo e di usarlo con una certa regolarità, mentre il 24% lo conosce ma non lo utilizza, l’8% ne ha solo sentito parlare, e il 3% degli intervistati non lo conosce affatto.

 

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