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Il Rapporto parla chiaro fin dal titolo: “Malattie, cibo e salute”. A realizzarlo (e poi a presentarlo nei giorni scorsi al Ministero della Salute – che ha dato il suo patrocinio allo studio), la Fondazione Aletheia, think tank scientifico nato per approfondire con analisi e ricerche i temi legati alla valorizzazione del patrimonio agroalimentare e al suo legame con la salute, cui collaborano illustri accademici italiani allo scopo di promuovere modelli nutrizionali e stili di vita sani.
Siamo quello che mangiamo: l’obesità in crescita
Ma vediamo i dettagli. L’obesità è uno dei principali fattori di rischio nell’insorgenza di malattie croniche. - Secondo i dati Istat, nonostante l’Italia presenti valori migliori per quanto concerne il tasso di obesità, pari al 12%, nel 2023 l’eccesso di peso (sovrappeso più obesità) interessa il 46,4% della popolazione di maggiore età. Negli Usa tale percentuale sale al 67,5%. – si legge nello studio – Nell’ultimo ventennio in Italia le persone in sovrappeso sono cresciute del 7,1%, mentre le persone obese sono cresciute del 36,4%. Una persona gravemente obesa potrebbe perdere addirittura fino a 8-10 anni di vita, quanto un fumatore, mentre per ogni 15 kg di peso in eccesso il rischio di morte prematura aumenta del 30%”.
Diabete, malattie cardiovascolari e tumori
E non è tutto: “In Italia, in base ai dati Istat, si regista un trend in aumento dell’incidenza di diabete che passa dal 4% nel 2003 al 6,6% nel 2022, con una crescita del 65% - scrivono ancora gli esperti di Fondazione Aletheia - La correlazione tra diabete e malattie cardiovascolari è significativa: le persone con diabete, in particolare nel caso di diabete di tipo 2, presentano un rischio maggiore di sviluppare patologie cardiovascolari. Tra chi riferisce una diagnosi di diabete, il 71% è in eccesso ponderale, il 52% è iperteso e il 43% ha alti livelli di colesterolo, mentre per chi non soffre di diabete la prevalenza è minore (rispettivamente 41%, 18% e 21%). La sostituzione di grassi saturi con grassi polinsaturi per il 5% delle calorie totali riduce il rischio di malattia coronarica di circa il 20%. Il consumo di quattro porzioni di legumi a settimana contribuisce a ridurre il rischio del 20% rispetto a chi non ne consuma affatto. Il consumo di mezza porzione di cereali integrali consente di ridurre il rischio del 10% e del 20% se la porzione è intera”.
L’alimentazione, però, ha rilevanza anche sul fronte dell’oncogenesi: “I fattori di rischio per l’insorgenza di tumore sono molti. Tra questi ritroviamo l’obesità che è una condizione associata a mediatori infiammatori e ad anomalie metaboliche ed endocrine che promuovono la crescita cellulare ed esercitano effetti anti-apoptotici, per cui le cellule tumorali non si autodistruggono anche in seguito a gravi danni al DNA – si legge infatti - Ci sono alcune abitudini che potrebbero fungere da fattori di protezione come il consumo di frutta e verdure, carboidrati non raffinati, vitamina D e calcio. L’Oms raccomanda un consumo giornaliero di almeno 400g di frutta e verdura, corrispondente a circa cinque porzioni da 80g (five a day). Secondo quanto emerge dai dati del citato sistema Passi, nel biennio 2021-2022 in Italia, solo il 7% della popolazione adulta consuma la quantità raccomandata dalle linee guida; il 38% consuma 3-4 porzioni e il 52% consuma 1-2 porzioni. Secondo l’Oms, adottare una dieta equilibrata può contribuire a prevenire fino al 40% dei tumori”.
I costi sanitari
Infine, la questione dei costi: “I costi sanitari legati a queste malattie comportano una contrazione annua del Pil europeo del 3,3%, a fronte anche di un costo medio pari all’8,4% del bilancio del sistema sanitario, con la punta estrema rappresentata dagli Stati Uniti (il 14% del proprio budget sanitario) – ammoniscono gli studiosi -  Le problematiche connesse al sovrappeso rappresentano il 9% della spesa sanitaria nazionale e generano una contrazione del Pil del 2,8% a causa dei maggiori costi necessari. Il costo per ogni italiano è pari a 289 euro di tasse aggiuntive l’anno. Una riduzione del 20% delle calorie provenienti da alimenti ad alto contenuto di zucchero, sale, calorie e grassi saturi potrebbe prevenire in Italia 688mila malattie croniche entro il 2050, con un ulteriore risparmio in termini di spesa sanitaria italiana pari a 278 milioni di euro l’anno, circa 7 miliardi nei prossimi 25 anni”.

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