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Giorgia Kus è sveglia, finalmente, e oggi sarà dimessa dalla Terapia Intensiva Pediatrica di Padova, dove era ricoverata dal 13 settembre 2019, in seguito ad una insufficienza respiratoria acuta, e dove ha trascorso un lungo sonno, in sedazione profonda accudita da tutto il personale medico e sanitario e da mamma Francesca Doretto e papà William Kus. Stiamo parlando della bambina del Friuli Venezia Giulia di 4 anni affetta da una malattia sconosciuta che l'ha portata ad un ricovero prima al Burlo di Trieste e poi nell'ospedale Civile patavino. 

DI NUOVO IN VIAGGIO
Dopo 5 mesi la piccola paziente affronta un nuovo viaggio, quello verso la riabilitazione e la fisioterapia all'interno del Centro La Nostra Famiglia di Conegliano (Treviso), specializzato in questo tipo di percorsi. E per mamma e papà si prospetta un altro cambiamento e la ricerca di una nuova casa dove vivere per stare sempre vicini alla bambina. E per questo Francesca e William lanciano un appello a tutti i lettori del Gazzettino: «Se qualcuno potesse aiutarci a trovare un affitto sarebbe un gran regalo». Non si sa per quanto tempo dovranno rimanere nel Centro e neppure come evolverà la situazione di Giorgia, la speranza è che non abbia ricadute e progredisca fino a quando sarà possibile tornare a farla respirare autonomamente. Infatti la bambina, sottoposta a tracheotomia, ad ora respira attraverso questa via alternativa a quella naturale.

La famiglia Kus sogna di tornare alla normalità, ma una spada di Damocle continua a pendere sul destino di Giorgia: la sua malattia è ancora ignota, non diagnosticata, non si sa come mai sia stata male, si conoscono solo gli effetti ma non la causa. La piccolina sarà ancora seguita da Padova e i genitori non hanno alcuna intenzione di arrendersi, e neppure la loro guerriera: qualsiasi cosa la affligga lo scopriranno, e faranno di tutto per sconfiggerla.

BATTAGLIA E RISVEGLIO
All'arrivo a Padova le condizioni di Giorgia sembravano disperate: i suoi polmoni non riuscivano a garantire un funzionamento sufficiente. A quel punto l'équipe medica ha deciso di connetterla d un circuito che sostituisce la funzione dei polmoni e del cuore (l'Ecmo) facendo circolare il sangue al di fuori del corpo per ossigenarlo. Un passo in avanti ma poi un nuovo peggioramento: i polmoni non riuscivano a espandersi senza perdere aria (pneumotorace) o sanguinare. L'équipe della Terapia Intensiva Pediatrica non ha mollato, e ha studiato per Giorgia, un ECMO speciale che le ha permesso di prendere tempo e guarire lentamente. Ora Giorgia respira da sola, riesce a stare seduta, mangia di tutto usando entrambe le mani e comincia a muovere anche i piedi. «Fatica a parlare - spiega mamma Francesca - ma nonostante questo abbiamo già iniziato a litigare». Sembra una sciocchezza, ma una madre che riprende la figlia, la bambina che fa il broncio e si arrabbia, è una dinamica semplice e straordinaria insieme per questa famiglia.

«Questo reparto è diventato una casa per noi e per Giorgia - dice mamma Francesca raccontando uno dei tanti aneddoti legati al risveglio della figlia -. Basti pensare che ha riconosciuto un'infermiera che le garantiva un piccolo vizietto quando era sedata: Tu sei l'infermiera che mi dava la Coca-cola!, le ha detto vedendola passare. La mia bambina era addormentata ma si è ricordata di lei, l'ha sentita». 

Fonte: ilgazzettino.it

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