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L'esposizione al calore è associata a un aumento del rischio di parto pretermine (PTB). Diversi studi condotti nel corso degli anni suggeriscono che la pressione arteriosa materna possa essere un fattore determinante della questione. A partire da questi dati, un lavoro cinese di coorte appena pubblicato su Nature ha preso in esame 197.080 nati vivi in otto diverse province della Cina dal 2015 al 2018, stimando le associazioni tra esposizione al calore, ipertensione materna e sottotipi clinici di PTB, e dimostrando che l'esposizione al calore (superiore all’85°, 90° e 95° percentile della distribuzione della temperatura locale) dal concepimento alla 20a settimana gestazionale, era associata a un aumento del 15-21% di PTB e del 20-22% di PTB con indicazione medica. Sulla base di questo studio si è quindi scoperto che l'esposizione al calore a inizio gravidanza può aumentare il rischio di ipertensione materna, influenzando così l'incidenza di PTB.
Ma quella cinese non è certo l’unica ricerca sull’argomento: un nuovo lavoro australiano pubblicato su JAMA Pediatrics, condotto su 1,2 milioni di nascite (tra cui 63.144 pretermine) avvenute a Sidney tra 2000 e 2020 ha infatti osservato una forte associazione tra il rischio di parto pretermine e l'esposizione a temperature estremamente calde nel terzo trimestre di gravidanza. I dati suggeriscono che questa associazione potrebbe essere ridotta dal livello di verde presente nell'ambiente residenziale di una donna incinta, e i risultati suggeriscono che i servizi sanitari dovrebbero prepararsi a un aumento delle nascite pretermine con il riscaldamento del clima. Lo studio ha esaminato la relazione tra nascita pretermine, esposizione alle alte temperature e il fattore mitigante dell'esposizione agli alberi e al verde in generale. Ai fini dello studio, l'eccesso di calore è stato definito come temperature trimestrali superiori al 95° percentile delle distribuzioni trimestrali nel periodo di 20 anni.
E non è ancora tutto: un altra ricerca tutta italiana, pubblicata su Epidemiologia & Prevenzione, conferma l’associazione tra elevata temperatura e rischio di parto pretermine in sei città italiane oggetto dello studio. Per valutare l’effetto a breve termine dell’esposizione materna alle alte temperature e all’inquinamento atmosferico sul rischio di nascite pretermine (NP), considerate la prima causa di mortalità perinatale nei Paesi sviluppati, e per identificare eventuali fattori di suscettibilità della madre, sono stati presi in esame tutti i nati vivi da parto singolo tra il 1° aprile e il 31 ottobre di ogni anno nel periodo 2001-2010 in sei città italiane. Definite NP tutte le nascite avvenute tra la 22^ e la 36^ settimana di gestazione – 6.135 nascite, il 5% dei 121.797 nuovi nati, la conclusione è stata la seguente: esiste una chiara associazione positiva tra alte temperature e rischio di NP e un effetto più basso e variabile degli inquinanti. Di qui il richiamo all’importanza e alla necessità di limitare l’impatto di questi fattori di rischio sulla probabilità di NP con opportuni programmi di prevenzione.

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