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Uno studio italiano pubblicato sulla rivista Cell Death and Disease, legata a sua volta a Nature, ha scoperto le relazioni pericolose tra carenza di vitamina B6 nell’organismo e trasformazione di tumori benigni che esprimono l’oncogene RasV12 in forme maligne aggressive in grado di produrre metastasi.  La ricerca è stata portata avanti dall’ Università La Sapienza di Roma in collaborazione con la Fondazione Santa Lucia, sempre di Roma.
“La vitamina B6 è una vitamina idrosolubile dotata di proprietà antiossidanti – si legge nell’abstract del lavoro - …. Già lavori precedenti hanno dimostrato che la carenza di vitamina B6 provoca aberrazioni cromosomiche (CAB) in cellule di Drosophila (il moscerino della frutta, ndr.) e umane, suggerendo che l'instabilità del genoma potrebbe correlare la mancanza di questa vitamina al cancro. In questo studio i ricercatori offrono prove a sostegno di questa ipotesi: in primo luogo, dimostriamo che la carenza di PLP, indotta dagli antagonisti della PLP 4-deossipiridossina (4DP) o ginkgotossina (GT), promuove la tumorigenesi nei dischi larvali dell'occhio, trasformando i tumori benigni RasV12 in forme aggressive. Al contrario, la supplementazione di PLP ha ridotto lo sviluppo dei tumori. Abbiamo anche dimostrato che bassi livelli di PLP, indotti da 4DP o dal silenziamento del gene sgllPNPO coinvolto nella biosintesi di PLP, hanno peggiorato il fenotipo tumorale in un altro modello di tumore di Drosophila generato dall'attivazione concomitante di RasV12 e dalla downregolazione del gene Discs-large (Dlg). Inoltre, abbiamo scoperto che i dischi oculari RasV12 di larve allevate con 4DP presentavano CAB, specie reattive dell'ossigeno (ROS) e una bassa attività catalitica della serina idrossimetiltransferasi (SHMT), un enzima PLP-dipendente coinvolto nella biosintesi del timidilato (dTMP), a sua volta necessario per la replicazione e la riparazione del DNA”.
Fuor di linguaggio scientifico, è noto che la vitamina B6, composto idrosolubile dalle proprietà dichiaratamente antiossidanti nota anche come piridossina, rende possibile l'attività di enzimi coinvolti nel 4% delle reazioni metaboliche. Quindi una carenza di B6 provoca danni al DNA, e i ricercatori della Sapienza (Dipartimenti di Biologia e biotecnologie 'Charles Darwin' e di Scienze biochimiche 'Alessandro Rossi Fanelli') e della Fondazione S.Lucia (Laboratorio di Neurobiologia cellulare) sono riusciti a provare in vivo, su esemplari di Drosofila melanogaster (nella foto), la diretta correlazione tra la mancanza di B6, i danni al genoma e lo stress ossidativo nelle cellule tumorali, in grado di mutarle da benigne a maligne.
Come hanno fatto? Attraverso una serie di incroci genetici, hanno ricavato larve di moscerino della frutta caratterizzate, in contemporanea, dalla presenza dell’oncogene Ras, che provoca tumori benigni, e di una proteina fluorescente in grado di tracciare la comparsa di eventuali metastasi. Alle stesse larva è stata indotta una carenza di vitamina B6, osservando poi che la carenza stessa era in grado di trasformare i tumori da benigni in maligni.
E sebbene, come detto, l’implementazione di B6 nella dieta alimentare non si sia rivelata risolutiva, ecco un elenco, proveniente dall’Istituto Superiore di Sanità, di cibi che ne contengono una quantità percentualmente maggiore, con la precisazione che la sostanza, in più, “contribuisce a regolare l'umore, il sonno, l'appetito, la memoria e le capacità di concentrazione”.

  • carne (manzo, pollo, maiale)
  • pesce (tonno, salmone, crostacei)
  • fegato
  • cereali integrali, come farina d'avena, farina di frumento e riso integrale
  • uova
  • latte e formaggi
  • patate
  • cavolfiori
  • fagiolini
  • ceci
  • lenticchie
  • semi di soia
  • frutta secca

In aggiunta, qualche avvertenza: “Gli alimenti di origine animale contengono una forma di vitamina B6 più facilmente assimilabile dall'organismo – spiegano ancora all’Istituto Superiore di Sanità - La cottura in acqua degli alimenti diminuisce il loro contenuto di vitamina B6 perché si disperde nel liquido di cottura. È preferibile quindi cuocere i cibi a vapore o riutilizzare l'acqua di cottura per la preparazione di brodi e sughi avverte l’ISS - Anche l'esposizione ai raggi solari o all'aria, la conservazione in scatola o a basse temperature ne diminuisce considerevolmente la quantità; consigliabile, quindi, il consumo di cibi freschi, preparati e mangiati al momento”.

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