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Che il testosterone negli uomini conservi un ruolo importante anche durante la terza età, si sapeva. Il National Institute on Aging, ad esempio, ha annunciato in tempi recenti che i maschi ultra65enni con alti livelli di testosterone libero (cioè la quantità biologica attiva, indipendentemente dalle proteine plasmatiche) hanno una memoria nettamente più viva rispetto a chi ha bassi livelli di ormone maschile.
Quanto allo studio australiano in questione, condotto in collaborazione con Centri di ricerca europei e nord-americani e pubblicato su Annals of Internal Medicine, è consistito in una revisione sistematica con successiva metanalisi di 11 studi scientifici condotti su più di 24.000 persone. E dal lavoro si evince che affrontare la terza età al maschile con poco testosterone aumenterebbe il rischio di morte, con l’evidenza di un chiaro legame tra ormoni sessuali, mortalità e malattie cardiovascolari nella popolazione maschile di età avanzata.
Nell’analisi si legge infatti che "solo gli uomini con basse concentrazioni di testosterone totale avevano un rischio più alto di mortalità per tutte le cause". I valori-sentinella? Eccoli: "Gli uomini con una concentrazione di testosterone inferiore a 7,4 nanomoli/litro avevano un rischio più elevato di mortalità per tutte le cause, indipendentemente dai livelli di ormone luteinizzante Lh. Gli uomini con una concentrazione di testosterone inferiore a 5,3 nmol/l avevano un rischio maggiore di morte cardiovascolare".
E se da diversi Centri di ricerca lo studio australiano ha ricevuto plausi – in primis dall’Università di Washington, che lo dipinge come "particolarmente prezioso a causa della rigorosa metodologia utilizzata", in effetti il lavoro in questione è il primo a esaminare ricerche in cui i livelli di ormone sessuale maschile sono stati dosati con un esame di alta precisione, la spettrometria di massa. Analizzando inoltre i dati grezzi di alcuni studi e rielaborandoli, la ricerca australiana ne ha consolidato le conclusioni relativamente al legame tra testosterone e malattie cardiovascolari.

Testosterone, questo sconosciuto
Ormone sessuale maschile per eccellenza, il testosterone – appartenente alla categoria degli androgeni – ha tuttavia una sua presenza e funzionalità anche nelle donne. Prodotto negli uomini dalle cellule di Leydig dei testicoli, su “suggerimento” dell’ormone luteinizzante secreto dall’ipofisi, a sua volta “incoraggiato” dall’ipotalamo attraverso la secrezione di gonadotropina, il testosterone è il più importante ormone sessuale maschile, e viene secreto seguendo il ritmo circadiano: è quindi al suo massimo nelle prime ore del mattino, per poi calare nel corso della giornata. Importante sapere anche che raggiunge il suo picco attorno ai 20 anni di età, dopo i quali cala costantemente con una media dell’1-2% annuo.
E se l’unico modo – farmaci a parte – per incrementarne il tasso ematico consiste nell’allenare la forza aumentando le masse muscolari, è importante anche sapere che cosa fa calare l’ormone maschile, in modo da allontanarsi da eventuali comportamenti sfavorevoli. Nemici giurati del testosterone sono infatti:

  • Alcol etilico
  • Droghe
  • Scarsità di sonno
  • Stress, ansia, depressione
  • Obesità, sindrome metabolica
  • Dieta eccessivamente ipocalorica
  • Massa grassa troppo ridotta

Terapia ormonale sostitutiva anche al maschile
Di fronte a casi di carenza conclamata e “a rischio”, è valutabile la TOS (Terapia Ormonale Sostitutiva) a base di testosterone, che accanto a un miglioramento della vita sessuale provoca una crescita dei livelli di energia, la riduzione dei sintomi depressivi e della massa grassa, e un miglioramento della densità ossea. Importante, tuttavia, è il monitoraggio costante del paziente, perché tra i possibili effetti collaterali compaiono a volte alterati valori di PSA (Antigene Prostatico Specifico), e alterazione della morfologia prostatica o del flusso urinario.
Sono tuttavia diversi gli studi che dimostrano come l’assunzione di testosterone in assenza di una carenza ormonale specifica aumenterebbe in realtà il rischio cardiovascolare.
E va ricordato che l’assunzione di ormone maschile per aumentare la massa muscolare, la forza e l’energia è illegale, e può causare seri effetti collaterali. Stando alle linee guida internazionali, quindi, la TOS a base di testosterone dovrebbe essere limitata a casi di reale carenza, ed essere praticata sotto stretto controllo medico.
Nello specifico dei pazienti anziani, uno studio recente apparso sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism evidenzia come in uomini anziani con obesità e ipogonadismo, la terapia con testosterone non fornisca necessariamente benefici aggiuntivi rispetto ai soli interventi migliorativi sullo stile di vita. Molto meglio, insomma, ricorrere a un’alimentazione equilibrata, a un’attività fisica regolare e a un’opportuna gestione del peso, che portano vantaggi sia alla salute metabolica sia al livello di benessere generale.  

 

Alessandra Rozzi
Redazione Respiro.News

 

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