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50 milioni le persone che soffrono di epilessia in tutto il mondo e non meno di 500.000 in Italia. Si tratta di una patologia neurologica tra le più diffuse che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) annovera tra le malattie sociali. In occasione della Giornata Internazionale Epilessia che si celebra oggi 14 febbraio, la Società Italiana di Neurologia (SIN) si schiera contro lo stigma sociale che purtroppo talora ancora affligge le persone con epilessia e raccomanda la vaccinazione anti Covid 19.

Pur manifestandosi in tutte le epoche della vita, l’epilessia  presenta  due picchi di incidenza: uno nei primi anni di vita, legato principalmente a cause genetico-metaboliche, e l’altro in età più avanzata, in virtù non solo dell’aumento dell’aspettativa di vita, ma anche delle maggiore incidenza negli anziani di malattie cerebro-vascolari e neurodegenerative, cui si è recentemente aggiunto il gruppo emergente delle patologie immuno-mediate del sistema nervoso centrale.

“L’aspetto più negativo della malattia - dichiara il Dr. Giancarlo Di GennaroDirettore UO Centro per la Chirurgia dell’Epilessia IRCCS NEUROMED, Pozzilli (IS) e Coordinatore Gruppo di Studio Epilessia SIN - riguarda il fatto che le crisi si manifestano all’improvviso, in qualsiasi momento e contesto, e possono accompagnarsi a un’alterazione della consapevolezza che potenzialmente espone chi ne è affetto a seri rischi, culminando talvolta in cadute traumatiche e lesioni anche gravi. Non meno importante per la qualità di vita  delle persone con epilessia è inoltre l’ impatto negativo che le crisi non controllate possono avere sulle normali attività quotidiane, dal lavoro allo sport fino alla vita affettiva e sociale: in particolare le restrizioni inerenti la guida rappresentano un  significativo limite all’autonomia e sono spesso motivo di frustrazione e rammarico. Infine, tutt’altro che trascurabile è ancora oggi il peso dello “stigma”, che in alcuni contesti si associa in maniera indelebile all’epilessia, gravando pesantemente su quanti ne soffrono. É importante quindi sensibilizzare sul fatto che, grazie alle terapie oggi disponibili, molte persone con epilessia possono condurre una vita normale e superare gli ostacoli che si trovano ad affrontare a causa di tale condizione”.

Nonostante la continua espansione delle conoscenze riguardo i meccanismi fisiopatologici alla base di questa complessa patologia abbia permesso lo sviluppo di un vasto arsenale di farmaci innovativi, efficaci e con un buon profilo di tollerabilità, ancora oggi un terzo circa dei pazienti risulta resistente al trattamento farmacologico.

“Per alcune persone con epilessia – commenta il Prof. Alfredo Berardelli, Presidente della Società Italiana di Neurologia - è possibile valutare, dopo un accurato studio multidisciplinare, la possibilità di ricorrere a un trattamento chirurgico finalizzato a rimuovere la regione di corteccia cerebrale responsabile delle crisi, spesso con ottime possibilità di guarigione. Qualora questa opzione non fosse percorribile, un’ulteriore risorsa – sebbene con intento palliativo - è rappresentata dalla cosiddetta “neuromodulazione” (stimolazione del nervo vago, stimolazione cerebrale profonda) che,  mediante l’impianto chirurgico di dispositivi in grado di erogare stimoli elettrici su diversi bersagli,  mira a   ridurre progressivamente il numero e la gravità delle crisi”.

L’anno appena iniziato si annuncia non meno difficile dei due che l’hanno preceduto, caratterizzati da difficoltà inattese che hanno interessato tutti, ammalati e medici insieme. La prolungata emergenza pandemica ha infatti messo a dura prova il sistema sanitario nazionale e continua a limitare parzialmente l’accesso dei pazienti ai luoghi e alle prestazioni di cura. La Società Italiana di Neurologia coglie l’occasione per ribadire che la campagna vaccinale ancora in corso rappresenta la chiave di volta per uscire dall’emergenze: le evidenze scientifiche a disposizione non suggeriscono che l’epilessia e i farmaci anticrisi rappresentino di per sé una controindicazione all’impiego del vaccino, e rassicura sul fatto che moltissime persone con epilessia si sono già sottoposti all’intero ciclo vaccinale senza rischi o effetti avversi aggiuntivi.

 

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