Il dolore cronico interessa due italiani “over 18” su dieci, con costi sociali che sfiorano i 62 miliardi. A dirlo è il 1° Rapporto Censis-Grünenthal "Vivere senza dolore" presentato nelle scorse settimane, che attesta in 9,8 milioni gli italiani sofferenti di dolore cronico moderato o forte, pari al 19,7% dei connazionali maggiorenni. E se nei giovani (14,7%) la percentuale di malati risulta leggermente inferiore, quello del dolore cronico resta un problema a prevalenza femminile: riguarda infatti il 21,2% delle donne rispetto al 18,1% degli uomini.
I costi sociali del fenomeno? Elevati. Si parla di quasi 62 miliardi l’anno (6.304 euro in media all’anno per paziente), sommando le spese a carico dei malati, il costo delle prestazioni sanitarie a carico del Servizio sanitario nazionale, la mancata produttività, i servizi di assistenza e il care informale, con ovvie conseguenze pesanti sui bilanci familiari degli interessati.
Anche l’impatto del problema sulla qualità della vita è considerevole: nel 67,8% dei malati il dolore cronico moderato o severo incide «molto» (11,1%) o «abbastanza» (56,7%) negativamente sulla vita quotidiana; nel 28,2% dei casi incide negativamente ma in misura ridotta, e solo nel 4,0% dei casi non ha effetti negativi. In ogni caso, per il 92,8% dei malati il dolore cronico di intensità moderata o severa condiziona le proprie attività quotidiane e solo il 7,2% convive col problema senza grossi effetti negativi.
Altro tasto dolente, il lavoro, dato che il 40,6% dei malati ha subito conseguenze negative nella propria attività dopo il manifestarsi dei sintomi: il 35,4% degli interessati ha dovuto mettersi in malattia, il 30,8% ha dovuto chiedere permessi per recarsi dal medico e per effettuare le terapie, il 27,7% ha dovuto assentarsi spesso, il 25,0% ha ridotto il rendimento, il 13,3% ha dovuto cambiare mansioni, l’11,8% ha dovuto ridurre l’orario ricorrendo al part time, il 5,8% ha dovuto lavorare da casa, il 3,8% è stato costretto a cambiare lavoro. E c’è addirittura un 11,1% dei malati che ha dovuto smettere di lavorare a causa del dolore cronico, a fronte di un 1,2% che è stato licenziato.
Ma come si gestisce dunque nella quotidianità il dolore cronico? Il Rapporto CENSIS-Grünenthal mostra come il 62,1% dei malati riesca a tenere sotto controllo la situazione attraverso farmaci, terapie e trattamenti, anche se il 56,5% dei malati ritiene che nessuno capisca veramente la sofferenza che provano, e addirittura il 46,7% si sente solo con il proprio dolore. In generale il 72,5% dei malati ritiene che il dolore nella nostra società sia parecchio sottovalutato, mentre sul fronte delle aspettative l’81,7% pensa che il dolore cronico dovrebbe essere riconosciuto come patologia, con un 86,2% che chiede espressamente l’istituzione di uno specialista di riferimento all’interno delle strutture del SSN.