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In occasione del lancio in Italia di bimekizumab, farmaco innovativo per il trattamento della psoriasi da moderata a severa, Ucb Pharma presenta una nuova campagna di sensibilizzazione sulla patologia chiamata ‘Metti la psoriasi fuori gioco’, creata per aumentare la consapevolezza dell’opinione pubblica e delle persone che soffrono di psoriasi, in modo che sappiano che – con l’aiuto degli specialisti – è possibile vivere la vita che desiderano nonostante la malattia. Testimonial della Campagna è Claudio Marchisio, ex giocatore italiano centrocampista, affetto da psoriasi.

“Ho aderito a questa campagna con entusiasmo – dichiara Marchisio – perché volevo condividere con gli oltre due milioni di persone in Italia che soffrono di psoriasi come me, come ci si confronta quotidianamente con una malattia molto problematica. Nella mia carriera ho imparato che la vera forza non è solo vincere, ma usare ogni esperienza come una risorsa per affrontare la prossima sfida. Ed è per questo che vorrei trasferire il messaggio che oggi ci sono gli strumenti e le soluzioni in grado di aiutare a vivere la propria vita con pienezza. L’importante è rivolgersi al proprio medico e scegliere insieme a lui la strategia migliore per affrontare il problema - conclude Marchisio - Io ho deciso di non fare guidare la mia vita dalla malattia, ma ho scelto di giocarmela”.

“L’introduzione in Italia di bimekizumab nella pratica clinica consente di rispondere a un urgente bisogno terapeutico insoddisfatto – ha dichiarato Federico Chinni, amministratore delegato di Ucb Italia - Siamo per questo lieti di poter mettere a disposizione dei professionisti della salute e dei loro pazienti una nuova soluzione terapeutica in grado di apportare un importante cambiamento nella gestione di una patologia così insidiosa. Con bimekizumab si è, infatti, riusciti a individuare una nuova terapia mirata per la psoriasi a placche da moderata a severa, aggiungendo un nuovo importante “tassello” all’armamentario terapeutico esistente. Quello di trovare risposte ad importanti unmet need è un impegno che l’azienda ha preso con i propri pazienti e ci spinge a proseguire con passione, per poter offrire sempre più soluzioni innovative e all’avanguardia, in grado di migliorare significativamente la vita delle persone”.

I risultati dei trial registrativi e dei dati a tre anni di uno studio di estensione - spiega Ucb in una nota diffusa oggi - mostrano che bimekizumab consente il raggiungimento simultaneo degli obiettivi sopracitati: efficacia, rapidità e durata. I dati dello studio open label extension Be bright, presentati all’ultimo congresso dell’Accademia europea di dermatologia e venereologia - Eadv, hanno dimostrato come oltre 8 pazienti su 10 (82%) che con bimekizumab hanno ottenuto la completa skin clearance (Pasi 100) dopo 16 settimane di trattamento, hanno mantenuto la risposta Pasi 100 e la qualità di vita correlata alla salute fino a 3 anni. I risultati raccolti fino a tre anni di trattamento nei trial clinici di Fase 2 e 3 (Be Vivid, Be Ready, Be Sure) hanno dimostrato, poi, che il farmaco, in questo lasso di tempo, è stato generalmente ben tollerato, senza alcun problema di sicurezza.

Oltre alle soluzioni terapeutiche, per adeguare le aspettative delle persone affette da psoriasi con quelle della comunità medico-scientifica, è importante promuovere un dialogo costruttivo tra tutti i soggetti coinvolti nel miglioramento delle condizioni di vita dei pazienti.

“Esiste, infatti, un disallineamento tra le necessità dei pazienti psoriasici e il livello di attenzione istituzionale nei provvedimenti di programmazione del nostro Sistema sanitario nazionale – afferma Valeria Corazza, presidente di Apiafco (Associazione psoriasici italiani amici della Fondazione Corazza) – uno di questi riguarda l’aggiornamento del Piano nazionale delle cronicità, che risale al 2016, in cui andrebbe inserita anche la psoriasi tra le patologie croniche da esso contemplate. Avere un riconoscimento come patologia cronica, infatti, significa avviare un meccanismo virtuoso da parte delle Regioni nei confronti della diagnostica e delle strutture sanitarie, in modo da aumentare il livello di accesso alle terapie più innovative”.

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