Condividi sui social

Si intitola "Change! Ieri, oggi e domani. Il Po", e lancia insieme un allarme, un’esortazione, una promessa e una sfida: è la mostra, aperta a Palazzo Madama di Torino fino al 13 gennaio 2025, che aspira ad essere più di un progetto espositivo sul cambiamento climatico, ponendosi come “azione di sistema” e proponendo - con una radicalità inedita per l’Italia - un progetto culturale multidisciplinare che chiama a raccolta arti figurative, storia, fotografia, cinema, illustrazione, installazioni, facendole dialogare con apparati scientifici ed educativi. Il tutto con un asse narrativo “forte” come il Po, con la sua centralità storica e attuale per l’Italia, e ampliando il discorso all’immaginario pop della climate fiction degli ultimi decenni, dal cinema alla tv.
Affrontando i temi essenziali del cambiamento climatico a cavallo tra grande pittura e fotografia, illustrazione e infografica, il progetto punta l’attenzione sul tema dell'acqua e in particolare sul nostro Grande Fiume, che da millenni determina il paesaggio e la vita della popolazione, è via di comunicazione ma anche supporto essenziale per le attività agricole e industriali, ed esplora le conseguenze e analizza le potenziali soluzioni messe in atto sul territorio dai diversi enti di ricerca e di tutela del Po.

Tutti i numeri del Po
652 chilometri di lunghezza, 141 affluenti, quasi 87.000 chilometri quadrati di bacino idrografico, 19.850.000 di abitanti, il 37% della produzione agricola italiana, il 55% dell’industria zootecnica nazionale: il Po e il bacino padano, dove si produce il 40% del PIL nazionale, costituiscono una delle aree con la più alta concentrazione di popolazione, industrie e attività commerciali a livello europeo.
Questo sviluppo è stato reso possibile grazie alla storica stabilità e abbondanza della portata delle acque del maggior fiume d’Italia, che purtroppo negli ultimi decenni ha visto un significativo mutamento, riflesso di una crisi che si sta verificando ovunque a livello globale. Per questo il Po è apparso il soggetto più adatto per restituire in maniera emblematica la crisi climatica e i suoi effetti.
La mostra Change! ha dunque l’obiettivo di descrivere i cambiamenti del clima, offrendo occasioni di riflessione sulla crisi e sui possibili scenari di adattamento ad essa, ma anche di esortare all’azione e alla presa di coscienza.

La struttura della mostra
Per questo ad aprire l’esposizione è un focus sull’antichità più remota, con un’installazione che riporta il visitatore al paesaggio di 10 milioni di anni fa, poi narrato tramite fossili, cartografie storiche, infografiche e illustrazioni.
La seconda sezione illustra la vita naturale e il lavoro umano nell’area del bacino del Po attraverso fotografie e dipinti di grandi artisti in parte provenienti dalle collezioni dei Musei Civici di Torino: olii, acquerelli, acqueforti e tempere.
All’Antropocene è dedicata invece la terza sezione: nel 1950 l’emissione di grandi quantitativi di gas serra invertirono il processo di neoglaciazione, generando una fase di riscaldamento climatico a matrice antropica, che è quanto l’attuale siccità del Po racconta. La diminuzione della portata del fiume, causata dall’assottigliamento dei ghiacciai alpini, causa una diminuzione dell’acqua che arriva fino al Delta. Nonostante i problemi ambientali, comunque, la mostra mette anche in risalto come la siccità italiana sia un caso unico: nonostante l’Italia sia il quinto Paese europeo per quantità di precipitazioni (dopo Croazia, Irlanda, Austria e Slovenia) è quello che immagazzina meno acqua in assoluto,a causa delle difficoltà di stoccaggio. 
Realizzata sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, la mostra è in collaborazione con  l’Assessorato alla Cura della città, Verde Pubblico e sponde fluviali di Torino, l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po (ABDPO), l’Agenzia Interregionale per il fiume Po (A.I.Po), le Riserve della Biosfera del Po, oggi unite nella Riserva MaB UNESCO Po Grande, il Politecnicoe l’Università degli Studi di Torino, lo European Research Institute e Rai Radio3.
A margine dell’esposizione è stato organizzato un nutrito calendario di eventi collaterali che fino a dicembre 2024 completeranno il quadro della situazione.
Per informazioni sulla mostra cliccare qui.

Usando questo sito si accetta l'utilizzo dei cookie per analisi statistiche e contenuti personalizzati. Privacy policy