Milano, con la sua aria sempre più irrespirabile, è in quarta posizione; Roma in 12^; Torino in 18^: nella classifica 2023 delle 20 città più trafficate del pianeta, il poco onorevole piazzamento dei tre centri urbani italiani è registrato dalla 13^ edizione del TomTom Traffic Index, con cui ogni anno l’azienda leader di prodotti di navigazione traffico e mappe pubblica la classifica delle metropoli più problematiche da percorrere al volante, e che nell’ultimo report ha preso in esame i dati provenienti da 55 Paesi nei sei diversi continenti.
Che a Milano in questo periodo la situazione sia drammatica e siano in molti a invocare una pioggia purificatrice, del resto, è risaputo: le PM10 sono da due settimane sopra ogni limite di legge, tanto che il Codacons ha annunciato un esposto alla Procura di Milano con la richiesta alla magistratura di indagare per “disastro ambientale”: “La situazione dell’aria che si respira a Milano – dice l’associazione dei consumatori – rimane molto seria, tanto che negli ultimi giorni nel capoluogo lombardo i dati parlano di concentrazioni di PM10 e NO2 superiori ai limiti di legge, imposti per sicurezza dall'Unione Europea. Il meteo sicuramente ha contribuito alla situazione di questi giorni, ma la verità è che, se non abbiamo il coraggio di fare scelte anche impopolari, le persone continueranno a morire per l'esposizione all'aria malsana. Quante persone ancora devono morire per decidere di fare qualcosa?”.
E se sulla questione è recentemente intervenuto sui social anche Giovanni Storti, del trio Aldo Giovanni e Giacomo, con un video intitolato “L’aria più inquinata della galassia”, dove respira da alcuni contenitori di vetro “aria di montagna” (facendo il pieno di visualizzazioni su Instagram), i dati sulle conseguenze dell’inquinamento atmosferico - su cui soprattutto in città incide anche il traffico veicolare - per la salute umana sono decisamente preoccupanti: nel 2019 lo studio Global Burden of Disease (GBD) stimava come direttamente riconducibili al problema dell’inquinamento out e indoor 7 milioni di decessi nel mondo, dovuti soprattutto a malattie cardiovascolari. E secondo gli studi più recenti l’esposizione all'aria inquinata ha per certo conseguenze anche sul colesterolo cattivo (Ldl), sulla pressione arteriosa (a seguito di un’esposizione improvvisa alle PM2,5 dei motori diesel) e sul diabete, a causa dei processi infiammatori e dello stress ossidativo scatenati dal respirare aria inquinata.
Nel frattempo la situazione generale evidenziata da TomTom Index sul fronte del traffico non è affatto rosea: l’anno scorso la velocità media di percorrenza è diminuita in ben 228 delle 387 città analizzate. E il nostro Paese non sta meglio.
La classifica
Ma andiamo con ordine: nel 2023 il centro città in assoluto più lento da attraversare è stato quello di Londra, con una velocità media di 16 km/h; Dublino è stata la città più congestionata nelle ore di punta, con i suoi pendolari giornalieri costretti a perdere 158 ore (circa 6 giorni e mezzo) a causa del traffico; a ruota viene Toronto, dove l’anno scorso per percorrere 10 chilometri sono stati necessari ben 29 minuti. E in quarta posizione, ecco la prima delle città italiane, Milano, che totalizza 28 minuti e 50 secondi per percorrere in auto la stessa distanza, con un incremento di 20 secondi rispetto all’anno precedente. In più Milano riesce addirittura a precedere Lima, una delle città notoriamente più caotiche del mondo, che segue a ruota al quinto posto in classifica.
Quanto all’incremento generale del costo della benzina e del consumo di carburante, dovuto ai maggiori tempi di percorrenza, si registra naturalmente un impatto consistente sui portafogli degli automobilisti, tanto che in oltre il 60% delle città prese in esame da TomTom il budget medio in carburante è aumentato del 15% o più tra il 2021 e il 2023.
"Con oltre la metà della popolazione mondiale che vive nelle aree urbane, la congestione del traffico e le sue conseguenze economiche, ecologiche e sanitarie sono diventate un problema da affrontare con urgenza - ha commentato Ralf-Peter Schäfer, vicepresidente del settore Traffico di TomTom - Pianificare il futuro delle aree urbane è essenziale per la gestione del traffico. Le grandi aree urbane stanno sfruttando i Big Data per pianificare le infrastrutture e lo sviluppo che allevieranno la congestione del traffico. L'analisi dei dati storici sul traffico può aiutare le città in crescita a mappare sistemi stradali più efficienti e a pianificare una migliore suddivisione in zone utilizzando la location intelligence”.
La situazione italiana
Torniamo ai numeri: a Milano il giorno peggiore per mettersi al volante di tutto il 2023 (grande imputato, il traffico natalizio) è stato il 15 dicembre, quando per percorrere 10 chilometri sono stati necessari, in media, 36 minuti e mezzo. Mentre sempre all’ombra della Madonnina il costo medio annuo in carburante di un’auto a benzina che abbia percorso 10 chilometri al giorno si è aggirato sui 751 euro annui, a fronte di 276 ore trascorse guidando (137 delle quali perse nelle ore di punta), e di 901 chilogrammi di CO2 emessi.
Roma? Sorprendentemente – a dispetto delle dicerie sul suo traffico proverbiale - sta un po’ meglio, con 26 minuti e mezzo in media (+40 secondi rispetto al 2022) necessari per percorrere 10 chilometri, che hanno toccato i 32 minuti e 50 secondi nel giorno peggiore dell’anno, il 20 dicembre 2023. Il tempo speso in auto da un automobilista della Capitale? Un totale di 247 ore (107 delle quali per le code, un tempo che TomTom stima sufficiente per leggere 49 libri) e 960 chili di CO2 emessi. Dati, questi, che valgono a Roma il 12° posto in classifica, contro il 18° di Torino. All’ombra della Mole Antonelliana, infatti, per percorrere i fatidici 10 chilometri, nel 2023 erano necessari in media 25 minuti e 40 secondi (rispetto ai 25 minuti netti dell’anno precedente), che hanno raggiunto i 36’20” nel giorno più problematico dell’anno, anche qui - come a Milano - il 15 dicembre. Ipotizzando una percorrenza di 10 chilometri al giorno, nel 2023 un torinese ha speso 235 ore al volante, prodotto 910 kg di CO2 e speso in totale 747 euro, 159 dei quali dovuti agli ingorghi.
Alessandra Rozzi
Redazione Respiro.News