Condividi sui social

E' possibile contrastare l'Alzheimer con i videogiochi. Anzì con gli ‘exergame’, una categoria specifica che richiede il coinvolgimento attivo di tutto il corpo. A dimostrarlo è un recente studio condotto in Belgio che ha testato per la prima volta il miglioramento delle capacità fisiche e mentali di pazienti affetti da gravi forme di demenza.

Con gli exergame l’interazione non è basata solo sulla coordinazione occhio-mano, ma si estende anche ad altre parti del corpo, presentando numerosi vantaggi potenziali in ambito motorio e di promozione del benessere, rompendo un vecchio stereotipo, quello dei videogame complici di una vita sedentaria, ma anzi riuscendo a fare un doppio lavoro, perché si esercita contemporaneamente sia la sfera fisica che quella cognitiva. Diventano, insomma, uno ‘strumento’ utile anche in campo riabilitativo. 

Uno studio clinico condotto in Belgio ha dimostrato che l'allenamento cognitivo motorio migliora sia le capacità cognitive che fisiche dei pazienti con demenza significativamente compromessa. Nello studio è stato utilizzato un gioco di fitness, noto come "Exergame", sviluppato dallo spin-off del Politecnico federale di Zurigo, Dividat. Già nel 2015, un team di scienziati aveva dimostrato che le persone anziane che allenano corpo e mente contemporaneamente hanno migliori prestazioni cognitive e possono quindi anche prevenire il deterioramento. Ma questo studio era stato condotto solo su soggetti sani. "Da tempo si ipotizza che l'allenamento fisico e cognitivo abbia anche un effetto positivo sulla demenza", spiega il ricercatore Eling de Bruin dell'Istituto di scienze del movimento umano e sport del Politecnico di Zurigo. "Tuttavia, in passato è stato difficile motivare i pazienti con demenza a intraprendere attività fisica per periodi prolungati".

Il team internazionale di ricercatori ha reclutato 45 soggetti per lo studio. I pazienti, residenti in due case di cura belghe, avevano un’età media di 85 anni al momento dello studio e tutti con sintomi di demenza grave. "I partecipanti sono stati divisi in due gruppi su base casuale", spiega de Bruin. "Il primo gruppo si è allenato per 15 minuti con il programma Senso tre volte a settimana per otto settimane, mentre il secondo gruppo ha ascoltato e guardato video musicali di loro scelta". Dopo il programma di otto settimane, è stata misurata la capacità fisica, cognitiva e mentale di tutti i soggetti rispetto all'inizio dello studio.

I risultati offrono speranza ai pazienti con demenza e ai loro parenti: l'allenamento con questo videogioco ha, infatti, migliorato le capacità cognitive, come attenzione, concentrazione, memoria e orientamento. "Per la prima volta, c'è la speranza che attraverso un gioco mirato saremo in grado non solo di ritardare ma anche di indebolire i sintomi della demenza", sottolinea de Bruin. È particolarmente sorprendente che il gruppo di controllo si sia ulteriormente deteriorato durante il periodo di otto settimane, mentre sono stati registrati miglioramenti significativi nel gruppo di studio.

Ma l'allenamento divertente non ha solo un impatto positivo sulle capacità cognitive: i ricercatori sono stati anche in grado di misurare gli effetti positivi sulla capacità fisica, come il tempo di reazione. Dopo appena otto settimane, i soggetti nel gruppo di addestramento hanno reagito in modo significativamente più rapido, mentre il gruppo di controllo si è deteriorato. Ciò è incoraggiante in quanto la velocità con cui le persone anziane rispondono agli impulsi è fondamentale per determinare se possono evitare una caduta.

Fonte: Repubblica Salute 
https://www.repubblica.it/salute/dossier/frontiere/2021/05/12/news/alzheimer_videogiochi_come_una_palestra_per_la_mente-300415523/?rss

Usando questo sito si accetta l'utilizzo dei cookie per analisi statistiche e contenuti personalizzati. Privacy policy