Condividi sui social

Tumori per inalazione di polveri dovute alla scarsa o nulla decontaminazione delle divise di lavoro. E’ la denuncia choc della Fp Cgil Lombardia, che torna a segnalare la particolare e terribile possibilità di questa malattia professionale nel Corpo dei Vigili del Fuoco. “Hanno in dotazione solo due divise e spesso, tra un intervento e l’altro, non riescono a mettere quella pulita o magari quel dispositivo di protezione individuale (Dpi) non c’è proprio, perché ancora in lavanderia”. Così, senza la decontaminazione, le particelle tossiche che restano sulle divise dopo gli interventi vengono assorbite dalla pelle. La Fp Cgil, con la campagna Particella pazza, “lo sta denunciando in totale solitudine da tempo”.

Nell’ultimo anno ci sono stati diversi decessi. Anche in Lombardia, come nel resto d’Italia, abbiamo chiesto alla Direzione regionale di istituire un tavolo permanente di lavoro per fare un censimento sia delle lavoratrici e lavoratori che si sono ammalati sia di quelli morti per il lavoro, in modo da avere il quadro preciso di una situazione seria, e per provare decisamente a cambiarla e ad agire la prevenzione- dichiara Michele Giacalone, coordinatore Fp Cgil VVF Lombardia-. Chiediamo anche la possibilità di rivedere le tempistiche e i criteri delle visite mediche: prima erano ogni 2 anni mentre attualmente sono ogni 3. Andrebbero fatti esami anche più mirati, legati alle patologie oncologiche”, dice ancora Giacalone, il cui collega di corso è morto da da poco per un tumore fulminante al colon.

Il coordinatore Fp Cgil vigili del fuoco in Lombardia spiega anche che tanti Vigili del Fuoco hanno malattie professionali “ma per non perdere l’operatività (che significherebbe 300-400 euro in meno di stipendio), lo nascondono” e manca anche anche la copertura Inail per malattia e infortunio, “fatto gravissimo”. L’invito ai colleghi è a farsi supportare dal sindacato per fare domanda per la causa di servizio.
Il tavolo permanente di monitoraggio e lavoro con la Direzione regionale servirebbe a esaminare i dati, verificarne l’andamento e, di volta in volta, mettere in atto le misure necessarie. “Gli studi che abbiamo a disposizione oggi dimostrano che l’errata decontaminazione delle attrezzature, del vestiario e dei DPI comporta l’inalazione di polveri e particelle tossiche. Questo mette a rischio la vita di ogni singolo operatore, sia in servizio che dopo la pensione”.

La tutela della salute e sicurezza dei Vigili del Fuoco “non può essere una priorità solo della CGIL- interviene Dino Pusceddu, segretario Fp Cgil Lombardia- che da anni denuncia senza sufficiente attenzione dei governi e dell’amministrazione la pericolosità delle polveri a cui vengono esposti i Vigili del Fuoco. Chiediamo con forza che vengano aumentate le tutele e che si migliorino le procedure di decontaminazione. Le ‘particelle pazze’ uccidono, la salvaguardia dell’incolumità e dei diritti dei Vigili del Fuoco deve essere considerata un dovere imprescindibile dallo Stato”.

Fonte: Agenzia DIRE www.dire.it 

Usando questo sito si accetta l'utilizzo dei cookie per analisi statistiche e contenuti personalizzati. Privacy policy