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In realtà le mascherine sono sconsigliate durante l’attività fisica intensa, con tutte le precauzioni del caso: cioè averle con sé per indossarle prima e dopo l’esercizio oppure nel momento in cui ci si rende conto di non riuscire a mantenere la distanza di sicurezza.  

"Quando corriamo e pedaliamo ad alta intensità il nostro fisico ha bisogno di una quantità eccezionale di ossigeno: l’atleta deve ventilare di più per sopperire alle maggiori richieste di cuore, polmoni, muscoli", spiega Gianfranco Beltrami, vicepresidente della Federazione di medicina sportiva italiana. Ma le mascherine che si utilizzano per limitare il contagio da coronavirus non sono adatte a sostenere un ritmo respiratorio veloce come quello di uno sportivo. "Non garantiscono il ricambio di anidride carbonica, che emettiamo espirando, con l’ossigeno esterno – continua Beltrami – così si crea un potenziale danno metabolico e l’atleta rischia di arrivare a una condizione di ipossia e di accumulo di anidride carbonica, che a sua volta può causare fame d’aria, giramenti di testa, perdita di coscienza".

Un problema confermato anche dall’Istituto Superiore di Sanità, da dove Paolo D’Ancona, esperto di prevenzione e controllo delle malattie infettive, paragona lo svolgimento dell’attività fisica cardio con mascherina a un esercizio ad alta quota: "La quantità di ossigeno a disposizione si riduce - afferma l’esperto – e in effetti ce ne rendiamo conto tutti, anche solo salendo le scale, che dopo un po’ con la mascherina il fiato manca".

Ci si chiede se runner e ciclisti non diventino veicolo di contagio, nel caso passino vicino ad altre persone sui marciapiedi o nei parchi. Il decreto ministeriale sottolinea l’obbligo di rispettare la distanza di almeno due metri se si svolge attività sportiva, ma secondo il vicepresidente della Fmsi si può essere ancora più accorti. "Se corriamo piano, ad esempio a 4-5 chilometri all’ora, l’ideale sarebbe mantenere cinque metri di distanza. Se invece andiamo a circa 15 km/h, la possibilità che le goccioline di saliva colpiscano altre persone aumenta, quindi direi almeno dieci-dodici metri".

In alcune situazioni, soprattutto in città, è però difficile garantire distanziamenti del genere. Da qui il consiglio di fare sport in orari e luoghi poco affollati. E se ci si ritrova in prossimità di altre persone, oppure non si riesce a garantire la distanza di sicurezza, rallentare e indossare la mascherina. "Per chi fa ciclismo i metri salgono addirittura a venti, ma vale per l’agonismo - precisa ancora Beltrami - una pedalata tranquilla in città non implica iperventilazione da sforzo, quindi la mascherina meglio indossarla".

Tra le tipologie da utilizzare (anche uscendo a fare una passeggiata), la scelta ricade sulla chirurgica usa e getta. Prodotto che "garantisce una maggiore respirabilità e confort rispetto a quelle chiuse a conchiglia, i cosiddetti respiratori", consiglia D’Ancona. Inutile, però, tenerla sotto il mento per coprirsi all'occorrenza. Due i motivi: "La tocchiamo eccessivamente con le mani con il rischio di auto-contaminarci e possiamo inumidirla con il sudore del volto che si forma correndo o pedalando. E una mascherina bagnata perde la sua funzionalità".

fonte: Repubblica.it

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