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L’indagine è “massiccia”: 89.321 adolescenti di 11, 13, 15 e 17 anni di età, residenti in tutte le Regioni d’Italia, interrogati sulle loro abitudini alimentari, sul loro stato ponderale e sulla loro attività fisica, con un’inevitabile attenzione a social, schermi, tv e dintorni. Così lo studio, intitolato “La Sorveglianza HBSC-Italia 2022 Health Behaviour in School-aged Children: le abitudini alimentari, lo stato ponderale e l’attività fisica degli adolescenti”, riesce a offrire un quadro chiaro ed esaustivo dello stile di vita dei ragazzi italiani. Mediamente pigri, assorbiti dal digitale, poco attenti a un’alimentazione sana e poco attratti dallo sport. In più, con una percezione distopica del proprio corpo, spesso percepito come “troppo grasso” anche se perfettamente normopeso.
I numeri del report
Dai dati emerge infatti che il 26,8% degli adolescenti non consuma “mai” la prima colazione, e che solo il 27,8% di loro mangia frutta e verdura almeno una volta al giorno. Al contrario, il consumo di dolci rimane elevato, con il 26,2% degli adolescenti che riferisce di mangiarli "almeno una volta al giorno tutti i giorni".
Il risultato? Il 19,3% degli adolescenti è obeso, anche perché solo il 7,5% dei giovani pratica attività fisica ogni giorno, con una prevalenza dei maschi sulle femmine che si estende anche alla quantità di tempo trascorsa davanti a videogiochi, PC, tablet e cellulare. Infine, la collocazione socioeconomica e geografica della famiglia fa il suo: sono infatti evidenti le diseguaglianze di salute nei giovani provenienti da famiglie più svantaggiate e residenti nel Sud Italia, che presentano livelli più alti di abitudini alimentari non sane e inattività fisica.
Vediamo alcune delle voci considerate in dettaglio.
Consumo di frutta e verdura
Se della prima colazione si è detto, le linee guida nazionali e internazionali sulla sana alimentazione consigliano di assumere 5 porzioni al giorno di frutta e/o verdura in quanto garantiscono l’apporto di acqua, fibre, vitamine e sali minerali, decisamente importanti per un’alimentazione equilibrata. Ebbene, complessivamente la frequenza maggiore di consumo si ha tra i 2 e i 4 giorni alla settimana (28,7%). Nell’insieme solo il 15,7% dei ragazzi e delle ragazze mangia la frutta più di una volta al giorno. La distribuzione geografica del consumo di frutta “almeno 1 volta al giorno” suggerisce frequenze maggiori, seppure minime, nelle Regioni del Nord, e in generale il consumo di frutta è più frequente nelle ragazze rispetto ai ragazzi, ma per entrambi diminuisce all’aumentare dell’età. L’assunzione di frutta “almeno una volta al giorno” aumenta all’aumentare dello status socioeconomico familiare, per tutte le fasce d’età considerate, passando complessivamente dal 27,1% con FAS (Family Affluence Scale, che misura il livello dei consumi come parametro di benessere) basso al 38,1% con FAS alto.
Anche il consumo settimanale di verdura risulta inferiore a quanto raccomandato: solo il 13,5% dei ragazzi e delle ragazze consuma questo alimento più di una volta al giorno. La frequenza maggiore si riscontra tra i 2 e i 4 giorni alla settimana (29,9%) e aumenta all’aumentare dell’età, passando dal 26,2% a 11 anni al 32,0% a 17 anni. Anche per questo indicatore, le Regioni del Nord risultano essere più virtuose rispetto a quelle del Centro e del Sud, mentre il consumo della verdura “almeno una volta al giorno” aumenta, per tutte le fasce d’età considerate, all’aumentare dello status socioeconomico familiare passando complessivamente dal 22,1% con FAS basso al 32,1% con FAS alto
Legumi, cereali e dolci
Se i legumi, abbastanza sorprendentemente, vengono consumati con frequenza maggiore 2-4 giorni a settimana (32,3%), con percentuali di consumo più elevate nei ragazzi (e nelle ragazze) più grandi - dal 26,5% a 11 anni al 38,3% a 17 anni - il consumo di cereali non evidenzia apprezzabili differenze, e in generale 6 ragazzi/e su 10 consumano cereali almeno una volta al giorno. Ma la storia cambia, in termini qualitativi, coi dolci. “L’assunzione di grassi e zuccheri in eccesso è un’abitudine sempre più diffusa, perché in buona parte è dovuta al consumo di prodotti dell’industria alimentare che contengono quantità notevoli di tali sostanze – si legge nel rapporto - …Complessivamente, la frequenza maggiore di consumo di questi alimenti si ha ‘tra 2 e 4 giorni a settimana’ (29,4%) e ben il 26,2% dei/delle ragazzi/e dichiara di consumarli ‘almeno una volta al giorno tutti i giorni’; solo il 14,8% ‘meno di una volta a settimana o mai’, mentre il consumo di dolci ‘almeno una volta al giorno’ è più frequente nelle femmine e diminuisce per entrambi i sessi all’aumentare dell’età, senza apprezzabili differenze geografiche”. Va detto, anche qui, che il consumo di dolci “almeno una volta al giorno” diminuisce, anche se in percentuale modesta, all’aumentare dello status socioeconomico familiare per tutte le fasce d’età considerate, passando complessivamente dal 28,2% con FAS basso al 24,7% con FAS alto.
Consumo di bibite zuccherate/gassate
Altro nemico dichiarato della salute, le bibite zuccherate/gassate: in questo caso il 23% degli intervistati dichiara di consumare queste bevande “una volta a settimana”, e a seguire il 21,2% “meno di una volta a settimana”. Il consumo di bibite zuccherate/gassate “almeno una volta al giorno” presenta delle differenze regionali, con le Regioni del Sud che hanno prevalenze maggiori per tutte le fasce d’età, in particolare negli 11 e 13 anni per entrambi i sessi.  
Stato ponderale Il 19,3% dei ragazzi appartenenti alle fasce d’età considerate è obeso. In generale, il sovrappeso e l’obesità diminuiscono all’aumentare dell’età sia per le femmine che per i maschi, e questi ultimi hanno valori di eccesso ponderale maggiori rispetto alle femmine. Per il gruppo 11-15 anni e per il gruppo dei diciassettenni, l’eccesso ponderale (somma di sovrappeso più obesità) vede le Regioni del Sud con valori più elevati. La Regione Sardegna sia per il gruppo di 11-15 anni che per il gruppo dei diciassettenni ha invece i valori del sottopeso superiori alle altre Regioni. La percentuale di ragazzi e ragazze “sovrappeso/obesi” diminuisce all’aumentare dello status socioeconomico familiare per tutte le fasce d’età considerate, passando complessivamente dal 26,7% con FAS basso al 18,3% con FAS alto. In più gli adolescenti soffrono spesso di una distorsione percettiva/affettiva che riguarda principalmente il vedersi “troppo grassi/grasse”.  E sebbene il 57,7% dei ragazzi e delle ragazze sente di essere più o meno della taglia giusta, il 29,9% di loro ritiene di essere in sovrappeso.
Veniamo alla seconda parte dello studio, dedicata all’attività fisica
Adolescenti in movimento? Non proprio
Stando all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), per i giovani (5-17 anni) i livelli raccomandati di attività fisica includono il gioco, lo sport, i trasporti, la ricreazione e l’educazione fisica, in modo da svolgere quotidianamente almeno 60 minuti di attività motoria moderata-intensa e almeno tre volte a settimana di attività fisica intensa. In realtà, la percentuale di ragazzi e ragazze che non fanno mai attività fisica aumenta all’aumentare dell’età, passando dal 6,9% a 11 anni al 21,1% a 17 anni. Lo svolgimento quotidiano di attività fisica è molto basso: solo il 7,5% di ragazzi e ragazze svolge attività fisica sette giorni su sette, e l’attività “almeno 60 minuti al giorno” diminuisce all’aumentare dell’età, con valori più bassi nelle femmine rispetto ai coetanei maschi. In generale, le frequenze passano per i maschi dal 12,9% a 11 anni al 7,1% a 17 anni, mentre per le femmine si passa dal 7,1% a 11 anni al 3,0% a 17 anni. Anche qui chi ha una famiglia più benestante fa, prevedibilmente, più sport: la percentuale di ragazzi e ragazze che svolgono attività fisica intensa “almeno 3 giorni a settimana” aumenta infatti all’aumentare dello status socioeconomico familiare per tutte le fasce d’età, passando complessivamente dal 43,4% FAS basso al 60,0% con FAS alto.
TV, device, social e dintorni
I comportamenti sedentari come, ad esempio, la visione della TV e l’uso dei device elettronici o dei videogiochi sono associati negativamente con la salute e il benessere durante l’adolescenza. Nei ragazzi alcuni studi evidenziano un legame tra questi comportamenti e l’aumento dello stress, dell’ansia e del consumo di sostanze. Di fatto, sul campione oggetto dello studio, all’aumentare dell’età diminuisce la quota di ragazzi e ragazze che utilizzano gli schermi nel tempo libero. In tutte le fasce d’età considerate, i maschi hanno frequenze d’uso più alte delle femmine. La frequenza “più di due ore al giorno” dedicate a giocare con i videogiochi, con il PC/tablet/cellulare diminuisce all’aumentare dello status socioeconomico familiare relativamente a tutte le fasce d’età considerate, passando complessivamente dal 37,9% con FAS basso al 32,7% con FAS alto.
Un dettaglio ulteriore viene suggerito dal tempo impiegato sui social network: prevedibilmente, l’utilizzo dei social e le frequenze di utilizzo più elevate aumentano all’aumentare dell’età; infatti, se a 11 anni il 22,2% dei ragazzi e delle ragazze dichiara di non avere nessuna interazione di questo tipo, a 17 anni tale percentuale si riduce in modo drastico al 2,6%. A 15 e a 17 anni aumentano, inoltre, le percentuali riferite all’uso maggiore di 5 ore, rispettivamente il 27,6% e il 26,5%. In questo caso sono le ragazze a passare più tempo sui social rispetto ai coetanei maschi, e l’abitudine aumenta con l’aumentare dell’età. In generale, la frequenza dei maschi passa dal 22,9% a 11 anni al 47,2% a 17 anni, mentre per le femmine passa dal 29,2% a 11 anni al 66,4% a 17 anni. E anche per questo indicatore, lo status socioeconomico familiare risulta discriminante: a un FAS medio/alto corrisponde infatti una frequenza di uso dei social network più contenuta rispetto al FAS basso.

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