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Dopo la notizia della prima morte collegata alle sigarette elettroniche negli Stati Uniti su cui i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) statunitensi stanno indagando, sempre dagli States arriva la notizia di una ragazza americana, Maddie Nelson di 18 anni, che ha subito un grave danno polmonare dopo aver ‘svapato’ ogni giorno per tre anni. E poi ancora luna seconda vittima in Oregon: un uomo che aveva di recente svapato prodotti contenenti cannabis. Non solo: sempre negli Usa 215 persone sono finite in ospedale con gravi problemi respiratori. Tutti giovanissimi, tutti svapatori. Storie che stanno sollevando tanti dubbi e incertezze sugli effetti che anche le sigarette elettroniche possono avere sulla salute. E oggi sul Journal of Clinical Investigation esce un nuovo studio che - pur essendo stato condotto per il momento solo su modelli animali - evidenzia come la prudenza sia d’obbligo anche quando si tratta di e-cig. Lo studio, condotto dai ricercatori del Baylor College of Medicine, ha mostrato che nei topi l'esposizione cronica ai vapori di sigarette elettroniche interrompe la normale funzione polmonare e riduce anche la capacità delle cellule immunitarie dei polmoni di rispondere alle infezioni virali. Queste alterazioni sono state osservate quando gli animali sono stati esposti ai vapori senza nicotina, giustificando indagini più approfondite sugli effetti che i solventi presumibilmente sicuri delle sigarette elettroniche possono avere sulle persone.

Studi e pareri discordanti sulla sicurezza
Alcuni studi relativi alle sigarette elettroniche hanno evidenziato i possibili effetti negativi dello ‘svapo’ sulla salute, mentre altri ne hanno dimostrato la sicurezza rispetto alle sigarette di tabacco. La situazione è, dunque, ancora molto controversa. "Queste opinioni opposte sulla sicurezza delle sigarette elettroniche hanno spinto uno dei miei studenti laureati, Matthew Madison, a studiare gli effetti dell'esposizione cronica ai vapori di sigarette elettroniche e al fumo di tabacco convenzionale sulla funzione polmonare murina", ha affermato la pneumologa Farrah Kheradmand, docente di medicina al Baylor College of Medicine e tra gli autori dello studio. "Abbiamo anche esaminato l'effetto dei vapori o del fumo sulla funzione delle cellule immunitarie chiamate macrofagi che risiedono all'interno del polmone. Queste cellule rappresentano una prima linea di difesa contro le infezioni virali come quelle causate dal virus dell'influenza".

Il disegno dello studio
La ricerca è stata condotta su quattro gruppi di topi. Uno è stato esposto a vapori di sigarette elettroniche contenenti nicotina diluita in comuni solventi da svapo come il glicole propilenico e il glicerolo Vegetale, nelle proporzioni (60/40) presenti nelle sigarette elettroniche. Un secondo gruppo è stato esposto solo ai vapori dei solventi senza nicotina. Questi due gruppi sono stati poi confrontati con topi esposti al fumo di tabacco o all'aria pulita. Gli animali sono stati esposti al fumo di tabacco o ai vapori delle sigarette elettroniche per quattro mesi secondo un regime equivalente a quello di una persona che inizia a fumare durante l'adolescenza fino a circa cinquant’anni. Questo ‘regime’ di fumo aumenta notevolmente il rischio di sviluppare enfisema, una condizione in cui gli alveoli polmonari vengono danneggiati causando mancanza di respiro.
I risultati: danni ai polmoni anche dalle e-cig senza nicotina
Come era immaginabile, i ricercatori hanno scoperto che i topi cronicamente esposti al fumo di sigaretta o ai vapori di sigarette elettroniche con nicotina e solventi avevano i polmoni gravemente danneggiati e uno stato infiammatorio molto forte, simile a quello delle persone fumatrici con enfisema. Ciò che invece i ricercatori non si aspettavano era che anche solo l’esposizione ai vapori delle sigarette elettroniche a base di glicole propilenico e solventi di glicerina vegetale (senza nicotina), che attualmente sono considerati solventi sicuri, potesse danneggiare i polmoni. In questo caso, i ricercatori non hanno osservato infiammazione ed enfisema, ma hanno trovato prove di un accumulo anormale di lipidi (grassi) nei polmoni che ha interrotto sia la normale struttura che la funzione polmonare.

L’accumulo di lipidi nei polmoni e il maggior rischio di infezioni
I ricercatori hanno osservato anche un accumulo anomalo di lipidi all'interno dei macrofagi residenti. Quando i topi sono stati esposti al virus dell'influenza, i macrofagi con accumulo anomalo di lipidi hanno risposto male all'infezione. "In sintesi, i nostri risultati sperimentali rivelano che, indipendentemente dalla nicotina, l’inalazione cronica ai vapori delle sigarette elettroniche interrompe la normale funzione polmonare murina e riduce la capacità delle cellule immunitarie residenti di rispondere alle infezioni, aumentando la suscettibilità a malattie come l'influenza", ha concluso Kheradmand

Tradizionali, elettroniche, riscaldate: non sono tutte uguali
Trattandosi di uno studio condotto sui topi, la cautela è d’obbligo: “Il primo errore da non commettere - spiega Francesco Cognetti, presidente della Fondazione Insieme contro il Cancro e direttore di Oncologia Medica 1 dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma - è generalizzare, etichettando con lo stesso nome prodotti piuttosto diversi. Ci sono molte differenze nelle e-cig in commercio in termini di composizione e temperatura di vaporizzazione. In particolare, alcune contengono nicotina, altre no. In entrambi i casi, il vapore inalato comprende tante sostanze come glicoli, aldeidi, VOCs, idrocarburi policiclici aromatici, nitrosamine, metalli che sono note per essere tossiche”.

E la cancerogenicità? “Il tumore del polmone - precisa Cognetti - è la forma di cancro in cui il fumo di sigaretta rappresenta il più importante fattore di rischio. La probabilità di sviluppare la malattia è più alta di 14 volte nei tabagisti rispetto ai non fumatori. Aumenta fino a 20 volte in chi consuma oltre 20 sigarette al giorno. Ma - chiarisce l’oncologo - la nicotina non è di per sé cancerogena: il maggior rischio di cancro deriva dalla combustione del tabacco poiché gran parte delle sostanze tossiche, comprese quelle cancerogene, viene prodotta durante il processo di combustione”. 

I rischi dei liquidi autoprodotti e derivati della marjiuana
Ma come spiegare i tanti casi di crisi respiratorie che si stanno verificando negli Stati Uniti? Il Dipartimento della salute della città di Milwaukee nei giorni scorsi ha diffuso un comunicato di allarme relativamente a 16 persone ricoverate per aver sviluppato una polmonite chimica dopo aver utilizzato dispositivi per il fumo elettronico, per una delle quali non vi è stato nulla da fare. “Al momento le autorità sanitarie statunitensi non sono in grado di spiegare l’epidemia di malattie polmonari che si sta verificando. Ma nella maggior parte dei casi i consumatori interrogati hanno riferito di aver caricato le sigarette elettroniche con liquidi contenenti THC, il principio attivo della marijuana”, commenta Fabio Beatrice, direttore ORL e Centro Antifumo Ospedale San Giovanni Bosco di Torino che aggiunge: “Un uso improprio di un device elettronico con l’inalazione di sostanze stupefacenti o di altra pericolosa natura espone ovviamente a gravi rischi per la salute legati alla natura stessa delle sostanze e non alla modalità con cui vengono inalate”. E’ diffusa, infatti, l’abitudine degli svapatori a creare da sé le miscele da inserire nel dispositivo elettronico ricorrendo anche a sostanze a base di THC, cannabinoidi di cui non è possibile determinare l’origine, la purezza né tantomeno la concentrazione.

Fonte: Repubblica.it

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