Dal primo gennaio del 2021 Milano bandisce le sigarette in una serie di luoghi all’aperto. Vietato fumare nei parchi, nel raggio di dieci metri dalle fermate dei mezzi pubblici, nelle zone attrezzate al gioco dei bambini - come era già previsto dalle norme sul verde -, nelle aree cani, nei cimiteri, ma anche sugli spalti degli stadi, compreso San Siro destinato a diventare smoking free. Solo un passo, deciso però, che guarda all’orizzonte del 2030, quando sarà proibito fumare in ogni area pubblica in tutta la città.
E’ un’operazione anti-smog, quella di Palazzo Marino. Perché eliminare il fumo, spiega l’assessore alla Mobilità Marco Granelli, “aiuta a ridurre il Pm10”, ovvero le particelle inquinanti nocive per i polmoni. Eppure, “a maggior ragione adesso, con la pandemia in corso”, quella che il Comune rivendica è anche “una spinta ulteriore per migliorare la salute e fare prevenzione”. Una sfida, tra l’altro, che dal confronto che lo stesso Granelli ha presentato durante una commissione consiliare, unisce città e italiane e internazionali e interi Paesi: dalla Lettonia che vieterà il tabacco entro il 2040 a New York che nel 2011 ha proibito il fumo nei luoghi pubblici compresi parchi, spiagge, piscine e centri ricreativi; da Parigi, che dopo un primo provvedimento concentrato su 6 parchi, nel 2019 ha esteso il divieto ad altre 46 aree verdi. E poi Seul, Sydney, la Svezia e, per restare a queste latitudini, Alghero (no alle sigarette nei parchi e sulle spiagge) o Firenze (divieto vicino ai giochi dei più piccoli”.
Anche qui, ci sono una serie di obblighi e altrettante scadenze. L’unica data che viene anticipata rispetto alle previsioni iniziali riguarda le caldaie: in questo caso, Milano sposta le lancette delle sue decisioni dal primo ottobre 2023 al primo ottobre del 2022. E’ allora che in città verranno vietate le caldaie e gasolio e biomassa. Un anticipo di un anno dettato, spiega ancora Granelli, “dagli incentivi messi in campo dallo Stato e dal Comune: pensiamo che le due estati che mancano possano essere utilizzate per realizzare i lavori”. Ormai, in giro sono rimasti - secondo i dati del Comune - 1.500 vecchi impianti a gasolio che dovranno essere adeguati, mentre il pubblico “è intervenuto in modo deciso su questo punto e nelle case popolari gestite dall’amministrazione non ne è rimasta nemmeno una”. Sarebbero otto, infatti, gli edifici pubblici ancora in attesa di un intervento che li renda sostenibili.
Una scadenza che viene posticipata, invece, è quella che riguarda un’altra misura che in passato ha diviso amministrazione e commercianti: il Regolamento sposta - causa Covid - l’obbligo di chiusura delle porte dei negozi - in modo da non sprecare energia disperdendo calore d’inverno e aria fresca d’estate - dall’ormai passato giugno 2020 al primo gennaio 2022. In deroga a questa disposizione che vieta di tenere aperte le porte degli esercizi commerciali, però, ecco la possibilità di usare le cosiddette lame d’aria non riscaldate elettricamente per creare (entro giugno 2022) una sorta di barriera all’ingresso.
Ancora. Tra gli altri punti, ecco la messa al bando (dopo 30 giorni dall’entrata in vigore del regolamento) dal primo ottobre al 31 marzo di fuochi d’artificio e barbecue, il censimento delle pizzerie con forni a legna - altra sorgente di polveri sottili - da realizzare entro marzo 2021 con obbligo di usare “legna certificata in classe A1” da ottobre 2023 e la necessità che entro gennaio 2022 anche i furgoni dei commercianti che parcheggiano su aree pubbliche - tradotto nei mercati rionali - usino generatori sostenibili. Un’ultima disposizione riguarda i cantieri, dove le ruote dei mezzi che escono dalle zone dei lavori dovranno essere lavate o gli stessi camion dovranno abbassare la velocità quando si avvicinano.