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Nonostante la pandemia in corso, in caso di sintomi i bambini devono essere portati al Pronto soccorso. In particolare se i sintomi in questione sono quelli della malattia di Kawasaki, i cui casi sembrerebbero essere aumentati in corrispondenza della diffusione di Covid19.

Ne ha parlato, intervistato da Sky, il presidente della Società italiana di Pediatria Alberto Villani.

“Abbiamo osservato un ritardo nel fare accedere i bambini al Pronto Soccorso per la paura di contrarre il COVID -19 in ambito ospedaliero.  Questo va smentito, i bambini quando hanno un problema possono e devono essere portati in ospedale, ma nella malattia di Kawasaki questo è particolarmente importante perché se la diagnosi viene fatta tempestivamente è possibile praticare la terapia che in quasi tutti i casi riesce a governare la patologia, ma questa deve essere fatta entro 10 giorni dall’esordio”. Se si arriva tardi, infatti, la malattia può fare danni importanti.

I SINTOMI DELLA MALATTIA DI KASWASAKI

Da qui l’invito rivolto ai genitori a contattare il pediatra se si osservano i sintomi, ossia febbre elevata da almeno 5 giorni insieme ad almeno 4 dei 5 seguenti sintomi: congiuntivite non secretiva, comparsa di un linfonodo nell’angolo mandibolare di circa 1 cm e mezzo, macchie sulla pelle ma aspecifiche, comparsa di tumefazione del dorso delle mani, del dorso dei piedi, e poi la cosiddetta “mucosite” (rossore, lingua a fragola).

Villani ha ribadito che la Società italiana di pediatria sta realizzando un monitoraggio su tutto il territorio nazionale per comprendere se c’è un aumento dell’incidenza della malattia e se questa puo’ essere collegata al COVID-19. La causa per la quale la Kawasaki si instaura non è chiara, da molti anni gli studi sona in corso e la possibilità che a innescarla sia un virus, insieme a componenti genetiche, è allo studio da tantissimo tempo. Infine ha ricordato che i bambini che hanno avuto la Kawsasaki non presentano rischi particolari.

Fonte: DIRE.it

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