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Giovanni Custodero, il guerriero sorridente, ha deposto le armi. Si è spento nella notte tra sabato 11 e domenica 12 gennaio, dopo aver lottato per quattro anni contro un sarcoma osseo che prima l'ha costretto all'amputazione di una gamba, poi si era ripresentato aggredendo femori, clavicola sinistra e cranio e costringendolo a cinque interventi e sedute di chemio e radioterapia.

Nel giorno dell'Epifania il 27enne originario di Pezze di Greco, ex portiere di calcio a 5 con la maglia del Fasano, aveva annunciato la fine della sua partita per la vita: "Sarò sedato - aveva scritto il giovane su Facebook - e potrò alleviare il mio malessere". Una decisione che ha suscitato la commozione di centinaia di persone, amici o semplici conoscenti che hanno seguito la battaglia di Giovanni e che sui social hanno inondato la sua bacheca di messaggi d'affetto e sostegno. Ricambiati virtualmente da Custodero: "Spero di essere stato di aiuto per molte persone. Voglio per l'ultima volta ringraziarvi per ciò che siete stati, siete e sarete sempre: la mia forza".

"Ho deciso di trascorrere le feste lontano dai social ma accanto alle persone per me più importanti. Però, ora che le feste sono finite, e con loro anche l'ultimo granello di forza che mi restava, ho deciso che non posso continuare a far prevalere il dolore fisico e la sofferenza su ciò che la sorte ha in serbo per me". Erano state queste le ultime parole di Giovanni. Un'ultima lezione lasciata in eredità a tutti: prepararsi alla fine ed esserne coscienti, senza esitazioni

Il 27enne di Fasano non ha mai perso il sorriso nel corso della sua battaglia, passata anche per la vendita di magliette con l'elmo di Leonida, simbolo dello "smiling warrior", per raccogliere denaro e sostenere cure molto costose. Giovanni ha scelto la sedazione continua e profonda, un trattamento sanitario al quale si ricorre per consentire a un paziente terminale di non provare dolore dopo che le altre terapie sono risultate inefficaci.

"Ora riposa tranquillo, circondato dall'affetto delle persone più care, e consapevole del fatto che tutti voi state facendo il tifo per lui", scriveva la famiglia qualche giorno fa in una lettera postata in rete. Ora di Giovanni Custodero restano il coraggio, l'orgoglio e il messaggio che ha sempre voluto diffondere: "Amate la vita".

Fonte: Repubblica.it 

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