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Si è svolto nella mattina del 18 settembre, presso la sala “Della Torre” della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, l’evento conclusivo del progetto “Genki - Che aria tira?” ideato da Legambiente Gorizia. L’occasione ha permesso di approfondire le tematiche relative all’inquinamento atmosferico e i suoi effetti sulla salute umana, dando spazio ai ragazzi delle scuole superiori che hanno collaborato con l’associazione in quest’ultimo anno.

Il progetto che li ha visti protagonisti non sarebbe stato possibile, senza il contributo della Fondazione Carigo e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (bando volontariato LR 23/2012).

Nel corso dell’ultimo anno scolastico, infatti, le classi 4e e 5e delle sezioni “Chimica e materiali” e “Salute” dell’Isis “Gabriele D’Annunzio” di Gorizia hanno partecipato a diversi incontri nell'ambito di questo progetto, volto a sensibilizzare gli studenti sugli effetti nocivi dovuti all'esposizione ad agenti inquinanti. Questi appuntamenti, arricchiti da laboratori realizzati con i diversi soggetti partner di Legambiente – come l’Associazione allergie e pneumopatie infantili (Alpi) – hanno avuto anche una valenza formativa per i ragazzi, fornendo competenze tecniche su come monitorare l’inquinamento nell’aria. A questa tematica, inoltre, gli stessi alunni hanno provato a ideare delle possibili soluzioni, potendo contare sui dati di prima mano forniti dalla centralina fornita dalla Eurotech di Amaro.

Nel corso della mattinata, moderati dal Presidente del circolo Luca Cadez, si sono quindi alternati esperti, chiamati a fornire un quadro d’insieme sulla situazione. A parlare, di fronte agli studenti del D’Annunzio e al pubblico presente, c’erano il dott. Fulvio Stel dell'agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa), prof. Fabio Barbone dell'ospedale infantile "Burlo Garofolo” e dott. Mario Canciani dell’Alpi. Per tutti e tre, il focus è andato sull’effettiva realtà dell’inquinamento in regione, oltre che sulla percezione della stessa. Le due non sempre vanno di pari passo, come ha evidenziato il divario significativo tra gli attuali parametri di legge per determinate sostanze inquinanti nell’aria, decisi dal Parlamento europeo nel 2008, e le concentrazioni indicate dall’OMS che effettivamente hanno effetti sulla salute umana: quest’ultime possono essere pericolose già a livelli al di sotto dei parametri stabiliti.

Stel di Arpa ha illustrato la situazione stabile in Friuli Venezia Giulia, seppur certi singoli parametri possano risultare superiori ai limiti in alcune aree. Il prof. Barbone ha quindi evidenziato l’associazione causa-effetto fra inquinamento dell’aria e tumori, relativamente ad altri studi che si stanno compiendo a livello epidemiologico a Trieste e non solo. Nello stesso capoluogo giuliano, i dati aiutano tutt’oggi a monitorare la diffusione di tumori e certe zone sono più sensibili di altre: a 150 metri di altitudine, infatti, il rischio di cancro ai polmoni si riduce addirittura del 50% rispetto alla media cittadina.

Dalla relazione del dott. Canciani sono emersi altri punti allarmanti. A Udine, ad esempio, statisticamente si verifica una morte prematura a settimana. Nel corso degli ultimi anni, si è registrato anche l’aumento di morti bianche di bambini, ossia il decesso di infanti a pochi giorni o settimane dalla nascita perché questi smettono di respirare. I neonati sono infatti i soggetti più vulnerabili alla pessima qualità dell’aria, tanto da non reggere a possibili problematiche nel proprio apparato respiratorio.

La parte conclusiva della mattinata ha visto protagonisti i ragazzi delle scuole, guidati dai professori Vittoria Cavalcante Alfano e Massimiliano Privato, che hanno esposto le proprie ricerche e analisi. Dallo studio dei singoli agenti inquinanti al monitoraggio della loro presenza nell’aria che respiriamo, sono state presentate delle “fotografie” della quotidianità che hanno permesso agli stessi alunni di interrogarsi sul proprio stile di vita. In altri istituti che hanno operato con Legambiente, il tasso di giovani che hanno cambiato abitudini è stato addirittura del 30%: un tasso importante che segnala l’attenzione data dalle nuove generazione ai temi ambientali.

Fonte: Timothy Dissegna
Referente comunicazione progetto “Genki”

 

 

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