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L’asma bronchiale è una patologia in costante incremento negli ultimi decenni, in particolare in età pediatrica. Molti elementi possono spiegare questo aumento dell’incidenza, a partire dai cambiamenti negli stili di vita. La qualità dell’aria è diversa, ma sono anche fondamentalmente diverse le nostre abitudini alimentari.

Molti studi sono stati eseguiti per evidenziare gli elementi protettivi nei confronti dell’asma e delle allergie, in diverse occasioni si è, ad esempio, dimostrato che la dieta mediterranea, ricca di vitamine e di antiossidanti, riduce gli attacchi di broncospasmo. La dieta moderna dei paesi industrializzati è povera di frutta, vegetali e pesce, mentre è molto ricca di grano raffinato, carne rossa e frequente ricorso a fast food. Il risultato di questa dieta è una mancanza di nutrienti anti-infiammatori, che sono presenti nella frutta e nella verdura e un aumento degli acidi grassi omega-6 che sono principalmente derivati dai grassi e dalla margarina. Una ulteriore carenza riguarda gli acidi grassi omega-3 a catena lunga (che sono presenti nel pesce).

In diverse occasioni è stato dimostrato che l’aumento degli omega-6 e la riduzione degli omega-3 può aumentare l’infiammazione delle vie aeree e favorire lo sviluppo dell’asma bronchiale. Negli ultimi anni c’è stato un considerevole interesse sulle potenziali proprietà terapeutiche degli acidi omega-3, per le loro proprietà anti-infiammatorie e immunomodulanti.

Per verificare se i dati sono consistenti, i ricercatori dell’Università di Melbourne hanno recentemente pubblicato una analisi su tutti gli studi esistenti riguardanti i possibili effetti benefici degli acidi omega-3.

I dati assolutamente consistenti, nelle centinaia di studi pubblicati sono due:

  • La precoce introduzione nella dieta dei bambini di qualsiasi tipo di pesce (dai 6-9 mesi di età) e un regolare consumo (almeno una volta alla settimana) riduce l’asma del 25% e i frequenti episodi di “sibili e broncospasmo” del 38% nei bambini sino all’età di 4,5 anni;
  • L’assunzione di pesce sembra confermare un effetto profilattico nei bambini più grandi di 8-15 anni, tanto da ridurre l’asma del 65%

Queste osservazioni erano emerse in alcuni studi osservazionali, che avevano dimostrato un miglioramento dei sintomi asmatici, ma anche della funzionalità respiratoria misurata con la spirometria.

L’infanzia è un periodo durante il quale le cellule del sistema immunitario possono essere vulnerabili e suscettibili agli stimoli esterni, sia della dieta che della qualità dell’aria. Una dieta ricca di omega-3 e povera di omega-6 determina una riduzione delle sostanze pro-infiammatorie derivate dall’acido arachidonico. Questo può essere particolarmente importante nell’asma allergico pediatrico, una malattia infiammatoria cronica caratterizzata da ricorrenti episodi di broncospasmo e da iperreattività bronchiale. Secondo alcune osservazioni sperimentali, gli acidi omega-3 derivati dal pesce possono anche ridurre le immunoglobuline E (IgE), anticorpi responsabili della reazione allergica.

Il consiglio che deriva da questa ulteriore ricerca è di curare la dieta dei bambini allergici o comunque a rischio di asma bronchiale. L’introduzione di vitamine, presenti nella frutta e nella verdura, e di acidi grassi omega-3, presenti nel pesce, può migliorare i sintomi e il rischio di sviluppare l’asma bronchiale. L’introduzione del pesce può essere fatta anche precocemente, nei primi mesi di vita, perché garantisce una ottima protezione nei confronti delle allergie e dell’asma bronchiale.

Oltre alla riduzione dell’asma, è risaputo che gli omega-3 hanno diverse proprietà benefiche: combattono il colesterolo cattivo, migliorano la circolazione sanguigna, diminuiscono il rischio di malattie cardiovascolari e di ictus, migliorano l’ipertensione e sono molto utili per la salute delle articolazioni e delle ossa, in quanto combattono anche l’artrite reumatoide e l’osteoporosi. Infine hanno anche diversi effetti benefici a livello cerebrale, in particolare nei confronti della depressione.

 

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